Il soffio di Dio

Il Vangelo di questa domenica riporta alla sera del giorno di Pasqua quando, “mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: ‘Pace a voi’. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: ‘Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi’. Soffiò e disse loro: ‘Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati’…“.

Solo qui, tra tutti i Vangeli, si ricorda il gesto di Gesù che alita sui discepoli, utilizzando il verbo emphysao (insufflare, alitare) che troviamo per la prima volta nel racconto della creazione dell’uomo e della donna.

Prima e dopo di aver alitato lo Spirito Santo, Gesù manda i discepoli a continuare la sua missione che diventa, quindi, ricreare l’uomo attraverso il soffio dello Spirito Santo.

Quando ci rendiamo conto di essere deboli, non riuscire a superare le nostre miserie umane, oltrepassare i limiti, vincere i difetti, modificare gli aspetti negativi del carattere, capiamo che dobbiamo rinascere, farci ricreare.

Nel sacramento della Confessione non facciamo semplicemente la lista dei panni da lavare nella lavatrice spirituale, ma accogliamo quel soffio del Risorto che attraverso i discepoli, da lui invitati (Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi), giunge fino a noi, penetra nel nostro spirito e ci rinnova da dentro.

Don Michele Fontana

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